Se hai subito un intervento di rimozione dei linfonodi per un tumore, o hai subito radioterapia sulle stazioni linfonodali, potresti avere un rischio più o meno elevato di sviluppare un linfedema dell’area trattata o dell’arto che drena in quei linfonodi.

Se hai già sviluppato un linfedema, dovresti essere seguito da una équipe multidisciplinare.

In entrambi i casi, è importante che tu abbia gli strumenti per poter monitorare l’andamento del linfedema o la sua insorgenza precoce. Sappiamo infatti che prima si inizia a trattare questa patologia, migliore è il suo controllo. 

Questi strumenti ti possono essere forniti da personale formato sul trattamento del linfedema (fisioterapisti, medici, …) attraverso degli incontri di “educazione terapeutica”.

In questo articolo voglio parlarti proprio di quello che puoi fare tu per accorgerti dell’insorgenza di un linfedema o per controllare come sta andando un linfedema già presente.

Innanzitutto, devi sapere che i primi sintomi di un linfedema che si sta sviluppando non sono visibili ad occhio nudo, ma sono più legati a sensazioni dell’arto. La maggior parte dei pazienti riporta una sensazione di pesantezza dell’arto o di gonfiore. Ma spesso non c’è nessun sintomo preciso.

 

Cosa fare dunque?

Prima cosa, OSSERVARE. Ma cosa osservare?

  • Il reticolo venoso: quando osserviamo le nostre mani o i nostri piedi, possiamo notare le vene in evidenza: mano/piede destro e sinistro sono uguali? Le vene si vedono allo stesso modo? Oppure su uno dei due si notano di meno? Puoi osservare sia con la mano aperta che con la mano chiusa. 
  • Le sporgenze ossee: tutti abbiamo delle zone dove le prominenze ossee sono più evidenti, indipendentemente dal peso. Osserva le nocche delle mani, facendo il pugno, o i malleoli dei piedi, oppure la sporgenza dei gomiti quando li pieghi. Sono simmetrici tra destra e sinistra? 
  • Mettiti davanti ad uno specchio, ti sarà utile per osservare le braccia (lungo i fianchi, in alto, con le mani dietro la testa, con le mani appoggiate ai fianchi), il torace (anche la mammella può gonfiarsi), il collo, il viso, le gambe. 
  • Puoi osservare anche il colore degli arti: hanno lo stesso colore? C’è una zona più chiara di un’altra? C’è una zona arrossata?
  • Sempre con l’osservazione possiamo notare le asimmetrie: dei contorni del corpo, di un braccio rispetto all’altro, di una gamba rispetto all’altra e così via.

 

Seconda cosa che puoi fare è ANNOTARE le sensazioni che hai nell’arto a rischio di sviluppare linfedema o che ha già un linfedema. Senti la parte più pesante? Hai la sensazione che sia gonfia? Spesso sono questi i primi segnali di un iniziale linfedema o di un peggioramento di un linfedema già presente.

La terza cosa utile è l’AUTOMISURAZIONE: scegli dei punti fissi lungo l’arto e una volta al mese misurali con un metro (va benissimo quello da sarta, che si trova facilmente in commercio). Dove misurare? Se hai un neo o una cicatrice, puoi scegliere quel punto come riferimento, in modo che sia sempre lo stesso. In alternativa, puoi calcolare 10 cm sotto la piega del gomito e 10 cm sopra e misurare in questi punti, oppure 20 cm sopra il malleolo e 20 cm sopra la rotula. Puoi utilizzare anche le sporgenze ossee come punti di riferimento: l’osso del polso, il gomito, il ginocchio, i malleoli. L’importante è che usi sempre gli stessi punti (annota su un quaderno quali hai scelto o fai una foto al neo o alla cicatrice). Segna su un quaderno data e ora in cui prendi la misura. Per aiutarti con la presa misura, fissa il metro con un pezzo di nastro adesivo all’arto!

AUTOMONITORAGGIO DEL LINFEDEMA2

Un altro modo semplice per valutare se un arto o una zona del corpo si sta gonfiando sono i vestiti: ti sembra che la manica di una camicia o di una maglia sia più stretta su un arto piuttosto che sull’altro? È diverso dall’ultima volta che avevi indossato quel capo? O che un pantalone tiri di più su una gamba o su una coscia?

 

Le scarpe vestono comode su entrambi i piedi? Gli anelli ti vanno bene sempre nello stesso modo? O i bracciali?

L’ultima cosa che posso suggerirti di fare è la PALPAZIONE. Quando c’è un linfedema, anche se non ancora ben visibile, la consistenza dei tessuti si modifica. C’è un aumento dello spessore degli strati di cute e sottocute. Come fare questa palpazione? Puoi farla con tutta la mano, facendola passare lungo l’arto superiore o inferiore, come se lo volessi un po’ schiacciare: puoi sentire se è morbido o se ci sono delle zone dove la consistenza ti sembra diversa, magari più “pastosa”. Poi puoi farlo come se volessi pizzicare la pelle: riesci a sollevare bene la cute ovunque? O ci sono punti dove è più difficile e devi sollevare una plica più grande? Utilizzando solo un dito, puoi premere in alcuni punti: hai la sensazione che i tessuti siano morbidi? O che ci sia come del pongo? O che ci siano delle parti dure? Annota tutto, potrai riferirlo a chi ti segue o in caso di prima valutazione medica o fisioterapica.

Come vedi, hai a disposizione molti strumenti per poter gestire il linfedema o per accorgerti se qualcosa non va. Tutte queste strategie ti dovrebbero essere insegnate dall’équipe che ti segue con sedute di educazione terapeutica. In caso contrario, puoi richiedere una consulenza anche solo per questi aspetti!

Se hai dubbi, domande, osservazioni, sono a disposizione!